Il governo di Orbàn minaccia di porre il veto sulle sanzioni contro la Russia se colpiscono l’energia.
“L’Ungheria non può sostenere l’ottavo ciclo di sanzioni contro la Russia, previsto dall’Unione Europea per l’invasione dell’Ucraina, se queste contengono sanzioni in materia di energia”, ha dichiarato il capo di gabinetto del Primo Ministro Viktor Orbàn. L’avviso arriva dopo la decisione europea di imporre nuove sanzioni più severe a Mosca.
Il premier ungherese aveva precedentemente dichiarato che le sanzioni dell’UE si sono “ritorte contro”, facendo aumentare i prezzi dell’energia e infliggendo un colpo alle economie europee. Le sanzioni alla Russia sono “la vera causa dei problemi economici europei”. Per questo motivo, non ha intenzione di appoggiare altre sanzioni che riguardano l’energia. Secondo i trattati europei, però, c’è bisogno dell’unanimità di tutti gli stati membri per far passare un provvedimento.
L’Ungheria ritiene le sanzioni il principale problema economico europeo
Il veto paventato dall’Ungheria significherebbe il blocco del nuovo pacchetto dell’Ue. “Finora l’Ungheria ha fatto molto per mantenere l’unità europea, ma se il pacchetto contiene sanzioni nel campo dell’energia, allora non possiamo sostenerlo. Stiamo aspettando la bozza esatta dell’ottavo pacchetto di sanzioni, la studieremo attentamente, poi si potrà negoziare, ma l’Ungheria non può sostenere sanzioni nel campo dell’energia”, ha spiegato il portavoce di Orbàn.
Nel frattempo la tensione tra Budapest e Bruxelles riguardo al blocco dei fondi è ancora aperta. Il governo ungherese ha dichiarato di aspettarsi la firma di un accordo, poiché Budapest è pronta a rispettare tutti gli impegni presi con la Commissione. Inoltre, Orbàn ha dichiarato in Parlamento che proporrà un referendum per conoscere il parere degli ungheresi. “Le sanzioni contro la Russia sono state introdotte in maniera antidemocratica, perché è stata una decisione dei burocrati di Bruxelles, per la quale stanno pagando i cittadini europei”, ha detto Orban, dicendo che “dobbiamo conoscere l’opinione della gente” e “per la prima volta in Europa, in Ungheria chiederemo il parere sulle sanzioni”.